La favola de’ tre gobbi, Ferrara, Rinaldi, 1756 (Li tre gobbi rivali amanti di madama Vezzosa)

 PARTE PRIMA
 
 Camera con tavoletta.
 
 Madama VEZZOSA, donzella
 
 MADAMA
 
    Alla toletta
 mi vado a porre;
 e cosa dite,
 non farò bene?
5Oh certo sì.
 Mi vo’ conciare
 ma da mia pari
 un bel toppè.
 
    Allor direte:
10«Oh com’è bella».
 Ed io con gusto
 dirò: «Son quella
 così pulita».
 «Che bella vita!»
15Direte ancora:
 «Signora coll’andriè».
 
 Per tutte le botteghe
 so che di me si parla,
 per le vie, per le piazze e per le case;
20in ogni angolo infin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
 Io però non son pazza;
 non mi fo vagheggiar per ambizione;
 non cerco cicisbei belli e graziosi
25ma ricchi, di buon cuor e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
 onde chi non procura
 per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva alla vecchiezza;
30ed allora può dirsi: «Addio bellezza». (Viene la donzella)
 Come? Chi? Il marchese Parpagnacco?
 Venga, venga; è padrone, (Donzella via)
 costui fa il signorone,
 benché nato villan; ma non importa.
35In oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel suo taschin la nobiltà. (Viene il marchese)
 PARPAGNACCO
 Riverente m’inchino
 a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
40Io faccio riverenza
 a que’ vezzosi rai
 che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACCO
 Ah madama Vezzosa,
 siete molto graziosa!
 MADAMA
45Ah Parpagnacco mio
 siete tutto beltade e tutto brio!
 PARPAGNACCO
 Non dico per lodarmi
 ma dacché son marchese
 faccio maravigliar tutto il paese.
50Quand’ero alla montagna,
 d’essere mi pareva un contadino;
 ora d’esser mi par un ballerino.
 MADAMA
 Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto.
55Vi è un certo non so che dietro la schiena;
 ma è una cosa da niente; e non dà pena.
 PARPAGNACCO
 Sì, vi dirò il perché. Come ricolma
 di pesanti pensieri ho la mia mente,
 par che il dorso s’incurvi; e non è niente.
 MADAMA
60Niente, niente, signor; lo dico anch’io;
 anzi grazia gli dà quel monticello.
 E poi, chi ha del denaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
 Denar? Voi lo sapete.
 Feudi, ville, campagne,
65palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
 non mi mancano mai. Voi lo sapete;
 io possiedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACCO
70Una cosa mi manca.
 MADAMA
                                        E cosa mai?
 Ella ha feudi e campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
75Ritrovarla convien. Una tal donna
 sarà ben fortunata.
 Se la trovi, signore.
 PARPAGNACCO
                                      Io l’ho trovata.
 MADAMA
 E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, come lei, graziosa e bella.
 PARPAGNACCO
80Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
 Io? Davvero? Lo credo? Oh me felice!
 Oh che sorte! Oh che grazia! Oh che contento!
 Quasi impazzir dall’allegria mi sento.
 (Se mi credi, minchion, la sbagli affé;
85voglio i denari tuoi, non voglio te).
 PARPAGNACCO
 Questa vostra allegrezza
 m’empie il cor di dolcezza.
 Sudo, smanio, deliro,
 rido per il contento e poi sospiro.
 
90   Quegli occhietti belli belli
 m’hanno fatto innamorar.
 Quei labbretti cari cari
 mi potrebber consolar.
 Quel ch’io vedo e che non vedo
95mi fa sempre sospirar.
 
    Occhi vezzosi,
 labbri amorosi,
 ah non mi fate
 più delirar.
 
100   Di penar son ormai stracco;
 del mio mal chiedo pietà.
 Il marchese Parpagnacco
 di madama ognor sarà.
 
    Sì, vezzosetta,
105cara, caretta,
 non saprei... non vorrei
 che m’aveste ad ingannar.
 
 MADAMA
 Io ingannarvi, signor? Mi meraviglio.
 In casa mia non vien nessuno al mondo;
110io non sono di quelle... Eh faccia grazia;
 dove ha comprato mai quel bel diamante
 spiritoso e brillante?
 Certamente è un incanto.
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì; mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
115Padrona.
 MADAMA
                    Maraviglio.
 PARPAGNACCO
                                           Eh via.
 MADAMA
                                                           No certo.
 PARPAGNACCO
 Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vuo’, non vuo’.
 PARPAGNACCO
 Eh lo prenda.
 MADAMA
                            Via via, lo prenderò.
 PARPAGNACCO
 Dunque mia cara sposa... (Viene la donzella)
 MADAMA
                                                  Con licenza.
 Il barone Macacco
120mi viene a visitar? Non so che dire.
 Farlo indietro tornar non è creanza.
 Venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza. (Donzella via)
 PARPAGNACCO
 Oh gioia mia diletta!
 MADAMA
 Son imbrogliata assai. Vien mio fratello,
125uomo senza cervello e assai manesco.
 Se vi vede con me, voi state fresco.
 PARPAGNACCO
 Dunque che deggio far?
 MADAMA
                                              Io vi consiglio
 per fuggir il periglio
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi se mi trova?
 MADAMA
130Lasciate fare a me.
 Difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
 Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Si ritira)
 MADAMA
 Vi vuol un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro.
135E vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro. (Viene Macacco)
 MACACCO
 Ma... ma... ma... ma... madama
 vi chie... chiedo perdono.
 MADAMA
 Del barone Macacco io serva sono.
 MACACCO
 Co... co... co... cosa fate?
 MADAMA
140Io sto be... be... be... bene.
 MACACCO
 Non mi co... corbellate.
 MADAMA
 Pensi lei, signorsì;
 parlo anch’io qualche volta co... così.
 MACACCO
 Io son innamo... mo... mo... mo... morato
145di voi mia be... be... bella;
 viver non po... po... posso
 senza chieder aita
 da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
 (Che ti venga la rabbia!
150Oh che bella figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACACCO
 Le raga... ga... ga... gazze
 mi co... co... corron dietro;
 vorrian che pa... pa... pa... pa... pazzamente
155le amassi; ma non fa... fa... fanno niente.
 
    Dolce stral del dio bambino,
 bel visino fresco e tondo,
 mappamondo del mio cor.
 
    Per te son qual navicella...
160No qual fiore in mezzo al prato.
 Meglio assai... qual tortorella...
 No... qual fiume che sboccato...
 Io non trovo un paralello
 per esprimere il flagello
165che di me fa il dio d’amor.
 
 MADAMA
 Caro signor Macacco,
 quand’ella fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACACCO
                                       Pe... pensate.
 Vorrei che la mia sposa
170fosse co... corteggiata
 e spiritosa va... va... vagheggiata.
 MADAMA
 Non vi saria pericolo
 che le facesse torto,
 poiché più bel di lei
175che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACACCO
 Io son ben fa... fa... fatto,
 son be... be... be... be... bello in conclusione
 e non sono un mi... mi... mi... mi... minchione.
 MADAMA
 (Che faccia di castrone!) (Vien la donzella)
180Mi permette?
 MACACCO
                             Sì sì, signora sì.
 MADAMA
 (Oh questa è bella affé;
 se quest’altro sen vien, saranno tre).
 Sì sì, venga ancor lui.
 Soggezion non mi prendo di costui. (Donzella via)
185Giacché non è geloso,
 caro signor barone,
 con buona permissione,
 un altro cavalier vuol visitarmi,
 onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACACCO
190Fa... fa... fa... fate pur; so anch’io l’usanza.
 Io mi ritiro in que... que... questa stanza. (Si ritira)
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso
 per una cui piacesse
 di vivere al gran mondo;
195ha la vita piegata e il capo tondo. (Viene Bellavita)
 BELLAVITA
 Al volto porporino
 di madama Vezzosa umil m’inchino.
 MADAMA
 Io dalle grazie sue resto stordita;
 e riverisco il conte Bellavita.
 BELLAVITA
200Permetta, anzi conceda
 che prostrato si veda
 il prototipo ver de’ rispettosi,
 l’infimo de’ suoi servi generosi.
 MADAMA
 Signor, lei mi confonde;
205vorrei dir ma non so.
 Per andar alla breve io tacerò.
 BELLAVITA
 Quel silenzio loquace
 quanto, quanto mi piace! Ella tacendo
 col muto favellar va rispondendo;
210ed io, che tutto intendo,
 il genio suo comprendo;
 ella vuol favorirmi ed io m’arrendo;
 ed accetto le grazie e grazie rendo.
 MADAMA
 Non ne dica di più; lo so, lo credo,
215lo capisco, lo vedo,
 ella è tutto ben fatto;
 ella è tutto gentil. (Ella è un bel matto).
 
    Nel mirar quel nero ciglio
 che fa guerra a più d’un cor,
220quell’occhietto vezzosetto
 con quel labbro di cinabbro
 dove scherza il dio d’amor,
 
    che diletto sento in petto!
 Nol provai giammai finor.
225(Se lo crede l’animale;
 quanto è matto in verità!)
 
 BELLAVITA
 Senta, signora mia; per dire il vero
 io sono un cavagliero
 ameno e disinvolto.
230S’ella m’osserva in volto,
 un certo non so che vi vederà
 che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza,
235col piè sempre in cadenza,
 nelle braccia grazioso,
 nel gestir manieroso;
 si può dire ch’io sia cosa compita.
 E poi, che serve? Il conte Bellavita.
 MADAMA
240Già si sa, già si vede;
 la sua vita è ben fatta, è cosa rara;
 vezzi, grazie da lei ciascuno impara.
 Ella con favorirmi mi fa onore;
 cirimonie non fo; son di buon core.
 BELLAVITA
245Viva il buon cor; anch’io l’affettazione
 odio nelle persone.
 Parlar mi piace naturale affatto;
 perciò dal seno estratto
 il più divoto e caldo sentimento,
250trabocca dalle labbra il mio contento.
 
    Vezzosa amabile
 je bramo l’onor
 de vu servir;
 ma l’alma mia
255di gelosia
 fate morir.
 
    (Io già m’avveggo
 che pena e langue.
 Che gran plesir!)
 
260   Beltà sciarmante,
 di voi sono amante;
 volto ben fatto,
 per voi vengo matto;
 pietà vi chiedo
265de’ miei martir.
 
 MADAMA
 Non si stia affaticare;
 sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma, se tanto è grazioso,
 sarà ancor generoso.
 BELLAVITA
                                        Eh cosa importa?
270Dov’è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
 Signore, mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
275alle donne non puote esser mai caro.
 BELLAVITA
 Dunque con i miei vezzi
 io sperare da voi non posso affetto?
 MADAMA
 Per me vi parlo schietto;
 se mi volete innamorar da buono,
280fate che della borsa io senta il suono.
 BELLAVITA
 Sarà dunque un amore interessato.
 MADAMA
 Sarà un amor che dalle donne è usato.
 BELLAVITA
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
 poiché tengo un germano
285che è piuttosto cervello stravagante;
 se ci sente, vorrà far l’arrogante.
 BELLAVITA
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
 al discorso di prima.
 Per esempio, volendo
290darvi in segno d’amor quest’orologio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
 Ah sì; ne ho perdut’uno
 simile appunto a quello.
 BELLAVITA
 Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
295Oh che grazia gentil! Siete un portento.
 BELLAVITA
 Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto tanto.
 BELLAVITA
 Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 BELLAVITA
 
    Vezzosa, gradita,
 mio dolce tesoro!
 
 MADAMA
 
300Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento.
 Che provo, che sento?
 Che brio, che beltà!
 
 BELLAVITA
 
305   Ohimè sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 BELLAVITA
 
 Ha poco cervello,
 tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
310   Non tema di nulla,
 stia fermo, stia qua. (Vien Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
    Padron riverito.
 
 BELLAVITA
 
 Son servo obbligato.
 
 MADAMA
 
 Che gran civiltà!
 
 PARPAGNACCO
 
315   È tutto compito.
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono;
 spiacermi non sa.
 
 BELLAVITA
 
    È assai ben creato.
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono;
320spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
    Fratello più buono
 di lui non si dà.
 
 MADAMA
 
    Per sino ch’ei parta
 celatevi là. (A Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
325È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte, (A Bellavita)
 che poi partirà.
 
 BELLAVITA
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
    Gli son servitore.
330Comandi, signore,
 ma con libertà.
 
 MADAMA
 
 Celatevi là. (Si ritirano Parpagnacco, Bellavita)
 
    Oh questa sì ch’è bella,
 m’hanno creduto affé. (Esce Macacco)
 
 MACACCO
 
335   Non c’è più nessuno,
 to... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
    E questo bel Macacco
 da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
340Mio be... be... be... be... bello.
 
 MACACCO, MADAMA A DUE
 
 Son qua, son qua, son qua. (Escono Parpagnacco e Bellavita)
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
    Un altro suo fratello
 ancor questo sarà.
 
 MADAMA
 
    Or sono nell’imbroglio;
345non so cosa sarà.
 
 MACACCO
 
 Son qua, son qua, son qua.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
    Eh ben quanti fratelli
 avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Patroni cari e belli,
350io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete lusinghiera.
 
 BELLAVITA
 
 Voi siete menzognera.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
 Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate, ch’io vi mando,
355andate via di qua.
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà?
 
 MADAMA, PARPAGNACCO, BELLAVITA A TRE
 
    Che razza maledetta!
 Che rabbia che mi fa!
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà?